Il ruolo della deforestazione nel collasso della civiltà Maya
Prof.
Dario Sonetti
Biologo - Vicepresidente
Foreste per Sempre ODV - Direttore scientifico della
Stazione Biologica
MeteoClimatica "Italia-Costa Rica" presso Refugio de Vida
Silvestre Reserva Karen Mogensen
Sono nella
Riserva della Biosfera Maya
nella regione del Peten, nord de Guatemala. La Riserva copre un'area
di 21.602 km² quasi interamente coperta da foresta di tipo
subtropicale protetta da Parchi nazionali, comprende biotopi vari e
include siti archeologici maya tra i più famosi come Tikal dove mi
trovo.
Ricordo che il modello di Riserva della
Biosfera introdotto da UNESCO per salvaguardare in tutto il mondo le
aree naturalistiche ed ecosistemiche più importanti ha l’obbiettivo di
promuovere un equilibrio tra le attività umane e le risorse naturali
attraverso l’inclusione di attività sostenibili nella politica di
conservazione. Un esempio italiano che qui ricordo per un’attinenza
tra natura e archeologia è la recente Riserva della Biosfera della
Vallecamonica e Alto Sebino del cui Comitato promotore faccio parte.
Poter ammirare queste foreste all’alba o al
tramonto dall’alto di un tempio piramide è uno spettacolo emozionante
ed indimenticabile. I suoni della foresta, le prime o le ultime luci
del giorno filtrate da nebbie dorate da cui emergono sparse le cime
dei templi porta a pensare a chi qui ha vissuto tremila anni fa, un
popolo, i Maya di incredibile cultura e capacità tecnologica e
scientifica. Si ritiene che la città stato di Tikal abbia raggiunto i
200.000 individui nel suo periodo più prospero con un’organizzazione
urbana che nessun popolo all’epoca aveva. Voglio rammentare che la
scrittura era conosciuta e storia e conoscenze riempivano libri di
biblioteche e che tutto questo purtroppo è andato perso distrutto
volutamente dai conquistatori spagnoli e dal furore religioso
importato che vedeva in questi testi opere diaboliche e minacce alla
sete di conquista.
Eppure questa civiltà collassò a partire
dal 900 d.c., le città furono abbandonate e vi furono migrazioni verso
altre aree prima della decadenza e scomparsa finale ad opera dei
conquistadores. Le cause di questo tracollo sono tuttora indagate. Ho
avuto la possibilità di parlarne con un’archeologa che a Tikal ha
condotto ricerche per quarant’anni e la grande sorpresa è stato
conoscere che dall’alto dei loro templi i Maya non vedevano foreste ma
solo l’estensione della loro enorme città ed i campi circostanti. Lo
dico quindi con un po' di delusione ma anche con un occhio al
presente, i Maya furono un popolo di grandi deforestatori, nonostante
sapessero come manipolare il suolo, migliorare le condizioni
ambientali e gestire la scarsa fertilità del terreno, abbatterono le
foreste per dare spazio al loro sviluppo, utilizzarono estensioni di
bosco tagliato per ottenere il legname necessario alle loro
costruzioni e, fatto che non si considera sufficientemente, per
produrre tonnellate di calce viva mediante la cottura della pietra
calcarea in grandi fornaci alimentate appunto a legna.
In seguito a questo saccheggio ecosistemico
il microclima locale cambiò determinando scarsità di acqua e a ciò si
aggiunse un lungo periodo di forte siccità generale, un mutamento
climatico ante litteram non previsto ma parte di un ciclo più
naturale. Forse altre concause intervennero come malattie a carattere
epidemico prodotte dalle modificazioni dell'ambiente (agricoltura,
insediamenti) favorevoli alla riproduzione di parassiti e insetti
vettori di malattie, in particolar modo infezioni intestinali in
ambienti fortemente antropizzati e sovrappopolati.
Avremmo qualcosa da imparare ai giorni
nostri dalla storia dei Maya?
Mi ricorda una situazione similare vissuta
sull’isola di Pasqua dove gli abitanti distrussero le foreste per
costruire le grandi canoe necessarie per le loro attività ma anche
enormi statue di nessuna utilità pratica e con ciò determinarono la
loro fine. Un confronto con il nostro momento storico diventa quasi
scontato e la domanda perché continuiamo a distruggere le foreste
invece di proteggerle pur sapendo che da esse dipendiamo e che sono
fondamentali per la nostra vita è sicuramente inquietante e ci fa
temere per il nostro futuro.
Aiutateci a conservare le foreste!
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